
Giovedì 19 maggio è andato in onda suo Rai 3 il docufilm, già presentato a Venezia, sulla vita di Ezio Bosso. Il titolo è “Le cose che restano”. Una narrazione inquietante tra immagini molto forti e suoni che ti fanno meditare e tanto emozionare!
Ci sono anime che ti rapiscono.
Ezio Bosso racconta: “Noi siamo 12 stanze, la prima è la nascita, l’ultima la morte”. Sorride della sua malattia degenerativa, la definisce un incidente, è solo la mia storia, noi siamo composti di storie. Non ci sono storie belle o brutte, solo quelle noiose vanno evitate…questo disagio non mi fa mai annoiare.”
Ezio Bosso trascende su tutto e mette in scena la sua malattia degenerativa.
“Le radici non ci incastrano ci liberano, le radici si spargono ovunque…ho avuto cose meravigliose, sono stato fortunato “
Il grande compositore, pianista, direttore d’orchestra stupisce, l’Ezio dei premi, riconoscimenti, collaborazioni importanti (Salvatores) incanta come un mago e, ironico, scherza: “A noi direttori d’orchestra hanno dato la bacchetta, proprio come ai maghi”.
Ti annienta con un sorriso innocente, malizioso e un po’ folle.
Lo guardi ciondolare, contorcersi, parlare a fatica, colpa della incalzante malattia che lo porterà alla morte a soli 49 anni.
Questa non è una storia triste , è una storia di vita, di passione , di una vita affascinante, di musica e amore.
Una breve immensa vita perfetta!
Grazie Ezio, è vero, le radici restano.
Gabriella Marazzi