
Discussione accesa durante il consiglio comunale aperto: scontro tra il sindaco di Olbia Nizzi e il presidente della Port Authority Massimo Deiana. Firmata la richiesta d’istituzione dell’Autorità Mare Nord Sardegna: arriverà sul tavolo di Solinas.
Un fronte compatto da parte di tutta la politica gallurese per chiedere il ritorno dell’Autorità Portuale a Olbia. Il coro unanime del territorio è arrivato forte e chiaro nell’aula del Consiglio comunale di Olbia, dove lunedì pomeriggio si è discusso della questione in una seduta aperta e informale convocata dal presidente Marzio Altana.
Parlamentari, assessori, amministratori locali, consiglieri e rappresentanti sindacali tutti uniti dallo stesso obiettivo, a prescindere dai colori di appartenenza: restituire alla Gallura un ruolo di primo piano in ambito portuale. L’assemblea del Comune gallurese ha votato all’unanimità un documento attraverso il quale si chiede ai vertici regionali di istituire l’Autorità di Sistema Portuale Mare Nord Sardegna.
Ad aprire le danze è stato il sindaco Settimo Nizzi, che ha usato toni sferzanti: “L’accorpamento della Port Authority è la cosa peggiore che potesse capitare al nostro territorio” – ha affermato – da anni attendiamo un piano regolatore che non arriva mai, e questo sta creando problemi seri allo sviluppo del nostro porto. Non solo: è stata aberrante la decisione politica di togliere i sindaci dal comitato di gestione dell’Autorità di Sistema. Spero che in futuro si eviti una buona volta di danneggiare gli Enti locali”. Il primo cittadino è entrato poi nel vivo denunciando le criticità del porto olbiese: “Nell’estate del 2020 alcuni moli sono stati chiusi a causa dei lavori mai svolti, mentre l’escavo non solo non ha mai visto la luce, ma allo stato attuale non c’è nemmeno un progetto che possa andare in appalto. Per non parlare del banco di roccia a lato nord dell’Isola Bianca. Il nostro porto è progressivamente abbandonato dalle compagnie crocieristiche perché i fondali non garantiscono sicurezza. Forse si vuole favorire la concorrenza?”. Infine la proposta: “E’ necessario dividere la Sardegna in due Autorità Portuali: Nord e Sud. Perché due è sempre meglio che uno solo. E penso anche alle ricadute territoriali nella gestione del terminale: i lavoratori di Olbia ora sono inquadrati come dipendenti per servizio di portierato e guadagnano meno di mille euro l’anno”. Non meno combattiva la chiosa finale: “Indebolire la struttura economica di una città può essere un bene per alcuni, e in effetti c’è stato chi ha goduto quando è stata cancellata la nostra Provincia. Da quel giorno sono iniziati i guai per la nostra comunità, e lo stesso vale per l’istituzione dell’unica sede per l’Autorità Portuale a Cagliari”.
Articolata la difesa di Massimo Deiana, presidente della Port Authority: “Sono stato chiamato ad amministrare un ente costituito dalla legge – ha esordito – una legge che non ho scritto io e che può essere discussa in altre sedi, a cominciare dal Parlamento. Il quadro normativo ci è stato imposto e mi limito all’osservanza di ciò che è previsto”. Deiana però non si è sottratto al dibattito sull’agognato ‘sdoppiamento’: “Nizzi dice che due è meglio di uno, ma posso dire che non è necessariamente così. La nostra Autorità Portuale è la più grande d’Italia, con 1800 Km di costa e 8 porti: questo, va ricordato prima che si intraprendano iniziative forti in ambito parlamentare, ci permette di avere maggiori attenzioni e finanziamenti”. La Regione Sicilia, con una minore estensione costiera, può contare su tre Autorità Portuali: “Ma si tratta di autorità piccole e con poche capacità d’intervento. Lavorare come un unico sistema, al contrario, ci consente di investire a prescindere dalla capacità di produzione di ciascun porto”. Il riferimento è allo scalo di Porto Torres: “Abbiamo investito 58 milioni su un terminale totalmente abbandonato dall’Autorità Portuale di Olbia. E questi stanziamenti, sia chiaro, non sono frutto dei guadagni prodotti da Porto Torres. Lo stesso vale per i 30 milioni destinati ad Arbatax”. Deiana ha poi rifilato qualche stoccata a Nizzi: “E’ ingeneroso lamentarsi della lentezza nei lavori di dragaggio. Le statistiche ci dicono che, solitamente, sono necessari 4 o 5 anni solo per i procedimenti di autorizzazione. La legislazione, purtroppo, è lenta e farraginosa. Il grande problema, a Olbia, sono i 980mila metri cubi di fanghi di dragaggio da immergere in mare, e che devono depositarsi in maniera uniforme. Questa è la grande criticità cui stiamo lavorando e contiamo di consegnare il progetto preliminare entro il 2022”. Deiana ha poi snocciolato i numeri che testimoniano una crescita del traffico passeggeri pre-pandemia a Olbia e Porto Torres. Un dato, questo, in contro tendenza con quello di Cagliari, che ha perso il 40% dei croceristi. Deiana, infine, se l’è presa con chi ha definito Olbia la “cassaforte” dell’Ente: “Dei 48 milioni di entrate certificate, il 62% provengono dai porti del Sud. Per quanto riguarda i costi di gestione, inoltre, è utile segnalare che lo scorso anno sono stati spesi 13 milioni per opere e servizi a fronte di entrate pari a 11 milioni”.
La tesi del presidente dell’Autorità di Sistema non ha convinto la politica gallurese, che si è schierata in direzione apertamente contraria. A cominciare dal parlamentare del Gruppo Misto Nardo Marino: “I porti di Cagliari e Olbia hanno specificità diverse: il primo ha un elevato traffico merci, mentre il secondo è specializzato sui passeggeri. Ed è proprio per questo che dovrebbero essere governati da Enti distinti”. Il deputato olbiese ha confermato il suo impegno affinché la questione venga affrontata a Roma: “L’Autorità a Olbia, peraltro, non comporterebbe un impatto significativo sulla finanza pubblica, visto che può contare già su sede e personale. E’ il momento di mettere da parte le bandiere politiche e di lavorare per il territorio, salvaguardando l’asse con Porto Torres”.
Luisa Di Lorenzo, segretaria generale della CGIL Gallura, ha proseguito sulla stessa lunghezza d’onda, evidenziando quanto i numeri dello scalo cagliaritano siano ‘falsati’ dai volumi di traffico della Saras che, peraltro, non inciderebbero in maniera significativa sull’economia dell’Isola.
Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia, ha invitato alla collaborazione e al buon senso, mentre i consiglieri regionali Giovanni Satta (Psd’Az) e Roberto Li Gioi (M5S) hanno evidenziato la necessità di aprire una vertenza Gallura, riportando sul banco del Governatore Solinas anche la questione Provincia.
L’Assessore agli Enti Locali Quirico Sanna ha ribadito la volontà della Regione di accontentare il territorio: “Lo avevamo detto nel 2019 e lo confermiamo oggi – ha affermato – la Provincia e la Port Authority sottratte vanno riportate qui. Faremo tutto ciò che è possibile attraverso gli strumenti offerti dalla democrazia, i nostri parlamentari sono pronti ad agire nell’interesse della Gallura”.
Giagoni (Lega) ha promesso un rapido coinvolgimento del vice Ministro per le Infrastrutture Morelli, mentre Giuseppe Meloni (PD) ha respinto al mittente l’accusa, rivolta al suo partito, di aver ‘barattato’ l’Autorità Portuale di Olbia con due assessorati all’epoca della Giunta Pigliaru.
Presente anche l’Assessore regionale al Bilancio Giuseppe Fasolino ha sottolineato la volontà di sollecitare sul tema il Presidente della Regione Christian Solinas. Stesso dicasi per il consigliere dei Riformatori Giovanni Antonio Satta, che ha posto l’accento sull’urgenza di avere un piano regolatore in tempi stretti. La volontà comune, inoltre, è che si adotti un primo provvedimento trasferendo l’Ente da Cagliari a Olbia.
Accorato anche l’intervento di Angelo Cocciu (Forza Italia): “Olbia viene presa in considerazione solo in periodo elettorale – ha lamentato – abbiamo il PIL più alto, ma la nostra voce resta sempre inascoltata. Parlano i fatti: le banchine del porto sono in stato di abbandono, e i dipendenti sono costretti alle dimissioni a causa degli stipendi al ribasso. Siamo forti, produciamo e non vogliamo che ci vengano tarpate le ali”.
L’assemblea, in conclusione, ha votato all’unanimità il documento col quale si chiede al Presidente della Regione Christian Solinas l’istituzione dell’Autorità di Sistema Mare Nord Sardegna.
La politica gallurese, insomma, è sul piede di guerra: la battaglia per il ritorno dell’Autorità Portuale è appena cominciata.