
Con il decreto legge 28 gennaio 2019 numero 4, è stato varato il cosiddetto reddito di cittadinanza, una misura di contrasto alla povertà e di sostegno economico finalizzato al reinserimento nel mondo del lavoro o all’inclusione sociale. Con questi propositi, trasformati nella bandiera del Movimento 5 Stelle, i grillini hanno avuto un grande successo elettorale, proprio in quel periodo, il M5S era al governo con la Lega. Il provvedimento fece scalpore, molti a favore e molti contro, perché il decreto legge, così a primo acchito, sembrava quasi un invito ad astenersi dalla ricerca del lavoro e cullarsi nell’assistenzialismo del reddito di cittadinanza.
Cosa è successo negli ultimi tempi in Sardegna a proposito di redditto di cittadinanza? il 13 maggio la polizia di Cagliari, ha scoperto una truffa di 4.000.000. da parte di 140 persone, quasi tutti extracomunitari, al vaglio degli inquirenti anche la posizione di altre 478 persone. Il reddito di cittadinanza, così com’è, è sembrato più un fallimento che un qualcosa di positivo.
Il provvedimento doveva sostenere chi si trovava in gravi condizioni di indigenza, di fatto invece, ha dato via libera ai soliti furbetti che hanno trovato nel reddito di cittadinanza una scappatoia sicura per avere, appunto, un reddito senza lavorare.
Ultimamente la Guardia di Finanza di Cagliari, praticamente proprio qualche giorno fa, ha scoperto altri 80 percettori senza i necessari requisiti.
I controlli sulla corretta percezione del reddito di cittadinanza si continuano a fare quotidianamente, e più si indaga e più si trovano incongruenze e comunque dichiarazioni fasulle tese ad ottenere questa assistenza economica senza averne diritto. I finanzieri di Cagliari, che collaborano con l’INPS, sottopongo una verifica ai percettori di reddito di cittadinanza e controllano le autodichiarazioni prodotte che spesso non rispondono poi alla realtà dei fatti e così si trovano indicazioni poco attendibili e allora scattano i controlli maggiori.
Gli ultimi, quelli di qualche giorno fa, hanno appunto rilevato 80 posizioni irregolari di percettori del reddito che risiedono in vari comuni dell’hinterland cagliaritano. La normativa prevede che il richiedente debba essere residente in Italia da almeno 10 anni e che lo sia continuativamente negli ultimi 2 anni. Altre irregolarità sono legate all’omissione di quella dichiarazione sostitutiva unica di informazioni, il famoso ISEE che riguarda i redditi percepiti e le disponibilità immobiliari. In pratica questi percettori senza averne diritto, hanno rilasciato presunte dichiarazioni mendaci, quindi scatteranno ulteriori sanzioni anche per questo reato.
Dal punto di vista dell’approccio politico, a distanza di 3 anni dal suo varo, il provvedimento politico va senz’altro rivisto in profondità, il fallimento dei navigator, l’organizzazione dei centri per l’impiego e soprattutto, il fatto che la necessità di vincolare il provvedimento alla ricerca del lavoro non ha prodotto gli effetti sperati. Anzi, ha prodotto il contrario: non si trovano più lavoratori stagionali e non si trovano più i lavoratori in certi settori.
E’ ovvio: chi ha necessità deve essere aiutato, ma non possiamo sostenere la cultura del non lavoro. Il lavoro è un principio di dignità, di correttezza e di onestà ed è anche un principio di equità, in quanto tutti dobbiamo concorrere a mantenere la finanza pubblica, tutti indistintamente da ruolo e posizione sociale. Nessuno si può esimere da questo dovere, prima ancora di reclamare i diritti bisogna ricordare i doveri, quindi prima di tutto bisogna finanziare, sostenere e promuovere la cultura del lavoro. Quindi conseguentemente sostenere e aiutare chi il lavoro lo perde e chi lavoro non lo può trovare per motivi fisici e di salute e chi praticamente ha grosse difficoltà riguardo il sostentamento familiare, allora sì, che c’è una ragione precisa per erogare fondi a sostegno dei cittadini.
Luigi Garau