Distributori di benzina e identità culturale

Distributore di benzina

«Inserisci un’altra banconnnottta, oppure fai rifornimento. Ajò!».

Il tutto, più o meno con la stessa intonazione di Salvatore Pilloni, il “gaggio” interpretato nei suoi spettacoli comici dall’attore cagliaritano Jacopo Cullin.

Da qualche settimana, i gestori delle pompe di benzina hanno la possibilità di personalizzare le voci che guidano i clienti tra il pagamento e l’erogazione del carburante. Una bella opportunità, dunque, per prendere la lingua sarda – toglierla dalla teca di folklore e antichità in cui vorrebbero ingabbiarlo i “sardi ma anche italiani” – e inserirlo in un contesto d’uso quotidiano e popolare. Le possibilità per realizzare nel concreto quest’idea non mancano di certo: negli ultimi anni si sono moltiplicati gli specialisti del nostro idioma nazionale (pure certificati dalla Regione) che potrebbero dare una consulenza sulle parole da usare, sulle pronunce. Magari pure registrare in prima persona una guida corretta al rifornimento in lingua sarda.

Sarebbe bello, ma la percezione distorta di noi stessi e della nostra cultura ha immediatamente preso il sopravvento. E quella che poteva essere una buona occasione restituire al sardo un po’ della dignità perduta, si è ben presto tramutata in una carnevalata di cattivo gusto, buona soltanto a strappare un sorriso a qualche turista di passaggio.

Siamo troppo seriosi? Può anche darsi, ma la questione è meno banale di quanto si pensi. Dietro, infatti, si nasconde un rapporto conflittuale e irrisolto con la nostra identità. Non sappiamo bene chi siamo, e per rappresentarci abbiamo troppo spesso necessità di ricorrere alla burla, allo scimmiottamento. Anche nei momenti meno opportuni. L’idea di noi stessi è ormai filtrata dalla visione “turistica” che gli italiani hanno dei sardi: si tratta di un processo lento ma inesorabile, al quale in pochi sta tentando di opporsi.

Nel giro di qualche anno, andando di questo passo, ci adatteremo perfettamente alle aspettative del “resto della Penisola” (giuro di averlo letto in questi giorni su un quotidiano sardo), mettendo da parte ciò che resta della della nostra lingua per minacciare “cazzotti dietro le orecchie” come Aldo, Giovanni e Giacomo nei loro sketch sui sardi a Mai dire Gol. Mentre il sardo, quello vero, sarà ormai relegato a questione per nostalgici.

Roberto Rubiu


L’Amsicora

L’Amsicora nasce a Olbia, nell’estate del 2021, con l’intento di offrire una voce nuova e fresca al mondo del sardismo. Parleremo della Sardegna e dei sardi in maniera differente, mettendoli costantemente al centro del nostro orizzonte di interessi.

Conoscere il passato per essere consapevoli di noi stessi e analizzare il presente lontani da narrazioni tossiche che inquinino la nostra identità nazionale.


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