
Santa Ragione, uno studio indie di sviluppo giochi, presenta Saturnalia: un videogioco horror ambientato nella Sardegna degli anni ‘80. Lo scenario è quello di Gravoi, un piccolo paesino immaginario abitato da mostruose entità.
Qualcuno di voi è mai stato a Gravoi? No, non è un errore di battitura, si tratta di un paese immaginario dell’’entroterra della Sardegna, in cui misteriosi accadimenti si susseguono, tra mistero e suspance. Leggende e miti del folklore isolano si intrecciano, storie di uomini, donne e omicidi che fanno da sfondo ad un racconto tutt’altro che tranquillo.
‘Gravoi’ richiama il piccolo centro del Nuorese che sembra essere lo scenario perfetto per ambientare un videogioco thriller/horror e far muovere i protagonisti di Saturnalia tra maschere, viottoli tetri, vecchie abitazioni, individui sinistri e credenze popolari.
Le ambientazioni sono studiate nel dettaglio e l’accurato richiamo a usi e costumi catapulta il giocatore nella Sardegna degli anni ‘80. Il nome dato al videogioco è un chiaro riferimento alle antiche celebrazioni pagane che ricadevano il 21 dicembre, in occasione dei festeggiamenti per il solstizio d’inverno. I protagonisti si ritrovano nel paese proprio in questo periodo, dove proprio quel giorno si celebra la Festa di Santa Luchia (Santa Lucia).
La trama e i protagonisti
Un gruppo di sconosciuti si ritrova, ognuno per differenti motivi rispetto all’altro, ad alloggiare in un B&B del paese.
Anita è una geologa che è arriva a Gravoi per effettuare delle ricerche nelle miniere del posto, è rimasta incinta del sacrestano. Paul è sulle tracce dei genitori, di cui non ha notizie da anni. Sergio, tornato in Sardegna per accudire il padre, ex minatore la cui salute è ormai compromessa dagli sfiancanti ritmi del lavoro e dalle intossicazioni degli scavi. A questi si unirà Claudia, una ragazzina del posto.
I quattro verranno a contatto con gli abitanti del paesino con i quali scambieranno informazioni utili per svelare il mistero.
Il videogioco e le scelte autoriali
Il videogioco narra le vicende dei protagonisti richiamando i temi caldi degli anni ‘80, ancora oggi protagonisti del dibattito socio-politico: la seconda ondata del femminismo, le lotte dei lavoratori, la famiglia, il patriarcato.
Sulle facciate delle case può capitare di trovare il manifesto propagandistico di Bettino Craxi. L’intento principale degli autori sembra essere però quello di raccontare intimamente la cultura isolana, leggende comprese. Feste paesane, nuraghe, maschere, pettegolezzi, ma anche graffiti con scritto “Forza Cagliari” e, ovviamente, gli immancabili richiami a sequestri e omicidi. È il racconto di un’isola misteriosa e inquietante che lascia spazio alle paure più profonde dei giocatori.
Interpreterai quattro personaggi, vivendo una trama profondamente connessa che si ricollega alle tradizioni inquietanti di questo antico villaggio. Il villaggio stesso è un labirinto elaborato senza due iterazioni esattamente uguali: dovrai esplorare e risolvere i misteri del gioco in gran parte senza guida.
Muori e osserva il villaggio riconfigurarsi in una nuova forma.
Risolvi enigmi e apri scorciatoie per nuove aree con gli strumenti e gli oggetti che trovi lungo il percorso, sbloccando ogni pezzo della storia con personaggi diversi, ognuno adatto a un altro aspetto dell’esplorazione e dell’indagine.
Le immagini fortemente stilizzate presentano opere d’arte “abbozzate” e animazioni ispirate alle tecniche cinematografiche stop-motion e rotoscoping per immergere i giocatori in un mondo diverso da qualsiasi altra cosa.
Musica e audio eseguiti reinventando musica e suoni antichi, con un tocco elettronico nello stile dei classici gialli italiani degli anni ’70.
Con una scorta limitata di fiammiferi per illuminare la tua strada e l’oscurità invadente, riuscirai a trovare la tua strada attraverso la nebbia per rivelare la verità? O sarai inghiottito dai segreti che questa città non vuole che tu sappia? [Gli autori]
Il videogioco è disponibile qui sia per pc sia per consolle.
Alice Sassu