Gli effetti della guerra 100 giorni dopo, tra caro carburanti e mancanza di materie prime

Guerra russia Ucraina MOD

Sono trascorsi ormai 100 giorni da quando le truppe della Federazione Russa sono entrate in Ucraina, dichiarando così la guerra che in questi 100 giorni ha prodotto numeri drammatici: 46.300 morti, 12.666 feriti, 400 dispersi, 15 milioni di profughi, 2266 edifici distrutti, danni materiali per oltre 600 miliardi di dollari,; questi i numeri che riferisce Reuters nel suo aggiornamento quotidiano.

Ad oggi dopo 100 giorni di guerra, l’Unione Europea ha deciso di sanzionare anche Alina Kabaeva, individuata come l’amante di Putin, quindi sanzioni anche per i Generali russi ritenuti responsabili dei massacri di Bucha e Mariupol.
Le truppe russe intanto continuano ad avanzare nell’est dell’Ucraina, il presidente ucraino Zelensky denuncia che “i militari di Mosca ormai occupano il 20% del nostro territorio”.

Secondo fonti riferibili ai servizi segreti degli USA, il presidente russo Vladimir Putin avrebbe un cancro in fase avanzata e a marzo sarebbe pure scampato a un tentativo di omicidio.

Intanto l’Unione Europea ha varato il sesto pacchetto di sanzioni contro la Federazione Russa.

Il patriarca ortodosso Kirill è stato tolto dalla lista nera delle persone soggette alle sanzioni. Zelensky ringrazia Biden e gli Stati Uniti per la fornitura dei moderni lanciarazzi Himar.

Sul fronte italiano è il presidente Mattarella a parlare, dicendo che l’aggressione Russa mina la coesistenza pacifica, dal canto suo il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, dopo l’incontro con Biden, ha detto che l’occidente si deve preparare a una lunga guerra di usura.

Ecco, questa è la situazione dopo 100 giorni di guerra ed è inevitabile la necessità di capire l’evolversi delle situazioni relative all’economia dei paesi dell’Unione Europea, in particolar modo a quella della Sardegna. È indubbio che la mancanza delle materie prime che riguarda soprattutto il mondo agroalimentare, vedasi il grano, il mais, i mangimi e soprattutto il gas e il petrolio; sta minando seriamente l’economia italiana. La Sardegna soffre di queste carenze in quanto attualmente non è preparata ad affrontare i problemi derivanti dal mancato arrivo di queste materie prime e dei conseguenti rincari delle stesse. Ma ciò che più di ogni altra cosa sta generando sconforto, desolazione e preoccupazione tra gli operatori economici, è il caro carburanti. Infatti non è escluso che a breve si riprenda una strategia di protesta da parte degli autotrasportatori sardi che non riescono più a sostenere le spese, soprattutto per il caro gasolio, stesso problema per il comparto della pesca e per altri settori produttivi nevralgici che rischiano di andare seriamente in crisi se il governo Nazionale non metterà mano quanto prima ad azioni intese come aiuti, sostegni e politiche di sgravio e di attenzione verso questi settori che determinano il ciclo economico produttivo dell’isola. Staremo a vedere, dall’inizio di questa guerra abbiamo sempre sottolineato quanto sia difficile inquadrarne le motivazioni e soprattutto capirne gli effetti ai fini dei nuovi equilibri strategici mondiali, economici e militari.

Luigi Garau


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