La tensione in Corsica non accenna a scemare. Lo Stato stato centralista francese ha mostrato una storica apertura all’autonomia della nazione corsa, e ha inviato il Ministro dell’Interno Gerard Darmanin a trattare con le forze politiche locali.
Nel frattempo ha preso la parola uno degli attori che, fino a questo momento, era rimasto in silenzio: il FLNC, ovvero il Fronte Nazionale di Liberazione Corso, che nel 2014 ha annunciato la cessazione definitiva della lotta armata.
Il Fronte ha rilasciato un comunicato al quotidiano Corse Matin, ricordando a tutti di essere vivo e pronto ad agire. Si tratta, secondo alcuni osservatori, di una mossa volta ad aggiungere pressione sulle spalle di Darmanin e rinforzare le istanze di autonomia del popolo corso.
Il comunicato – tradotto in italiano da Corsica Oggi – saluta Yvan Colonna, la sua famiglia, e rende omaggio agli giovani còrsi, particolarmente attivi nei moti di protesta, specialmente con i sindacati studenteschi: “Ghjuventu corsa, u Fronte hè à fianc’à tè” ha scritto il gruppo nella nota.
Il FLNC – si legge ancora nel testo – se la prende con il governo francese, reo di negare le richieste del popolo nonostante le molteplici vittorie elettorali dei partiti nazionalisti e mette in guardia le autorità su possibili rappresaglie qualora la i moti di protesta dovessero cadere nel dimenticatoio. “Se lo Stato rimane sordo, non può esistere un sacrificio della gioventù senza che la nostra risposta sia proporzionata”, aggiungendo che “i combattimenti urbani di oggi saranno quelli della macchia nella notte di domani”.
Il comunicato si chiude con le tradizionali parole “A ragione hè a nostra forza” e “À populu fattu bisognu à marchjà” (Unione dei combattenti).
Il FLNC, dunque, torna a essere un protagonista attivo sulla scena corsa: dai toni del comunicato, non pare essere esclusa l’ipotesi di un ritorno alla lotta armata.